giovedì 25 agosto 2011

Fantasmi

Umide ceneri ricoprono
La solitaria costa attorno a cui
Giace il mio mare
Di lacrime e sudore.
Annebbiata è la visione
In quest'ebbro circolo
Ove s'ottundono le primigenie percezioni.
Scaglio al cielo livido e consunto
Furenti imprecazioni laiche
Consumando dentro il rito sacrale
Della mia torbida inquietudine.
Versi sibillini s'abbracciano
In perverso amplesso
E soffrono negli spasmi
Contro il vile siero
Della loro creatura.
Inghiotto larvatici fantasmi
Di pregiata e inconsistente fattura,
E mi crogiolo nel fango
Dell'innata e tiepida sozzura.
Giammai alcuno bussò
Al tempio dell'inviolato scempio,
Mendicando nell'abisso caotico
Del religioso scuotimento
Per lavarsi dei lucidi scarti
Con tenebroso lamento.
L'ardito spirito abbandonò
Ossa e sangue terreni
Cavalcando per ignote mete.

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