giovedì 21 gennaio 2010

L'irrecuperabile distanza del passato..

Quando ci si accorge che ormai le ingenue e genuine emozioni della tenera età sono andate e non torneranno mai più..

LONTANO

Nell'altrui spirto
S'apre l'antro della mia
Oscura sorte,
Quand'infine s'arroventa e scompiglia
L'affamato letargo dei miei
Pavidi sensi.
Un cesto d'avide emozioni
Mi si sbatte in faccia
Con gratuita imperiosità.
I miei candidi ed ingenui sorrisi
Già appartengono ad un tempo lontano
Che eternamente si nutrirà
Di bianco ed infinito vuoto.

giovedì 14 gennaio 2010

Ritratti di oscura e triste bellezza (3)..

Non è necessario alcun verbo per completare il suo tenero e crudele ritratto..

SENZA TITOLO

Le tue ambigue pupille,
Le tue labbra fuggenti,
I tuoi amorosi ammicchi,
I tuoi labili umori...
I tuoi lenti gesti,
I tuoi mesti sussurri,
La tua chioma sciolta,
La tua morbida pelle...
I tuoi introversi frangenti,
Le tue segrete paure,
Le tue intime debolezze,
La tua insulsa indifferenza...

Ritratti di oscura e triste bellezza (2)..

"Lei".. è un pronome che, per la sua forte carica evocativa e vaga al tempo stesso, mi piace molto e che uso spesso nei miei componimenti poetici. Pur ispirandomi molta materia descrittiva, solitamente non so nemmeno a chi mi riferisco quando lo uso.

LEI

Le sfavillanti gote del suo tiepido volto
Erano per me liscia carta vetrata.
Tentennavo sdegnoso
Nei perversi attimi
Che lei mi gettava come un nefasto dono
Ed inghiottivo ansimante
Tutte le dolci parole
Che lei mi rivolgeva smaniosa e lugubre.
Né i brillanti astri del firmamento
Né il sole luminosissimo
Accendevano il suo affetto di ghiaccio.

Tessere invano..

"Sogno di un'ombra è l'uomo" - Pindaro.

SENZA TITOLO

E la fragile tela rovina
Nell'intristita sfera di sonno
Dei nostri caduchi giorni..

Ritratti di oscura e triste bellezza..

Le sue lunghe e malinconiche giornate..

SE NE ANDAVA..

Se ne andava, persa nel suo tedio
Lasciandosi trasportare
Dal grigio silenzio del giorno.
L'orizzonte di fuoco
Non poteva riscaldare la sua anima tetra.
Nei crudeli venti dell'abisso
S'adagiava segretamente la sua mestizia.
I luoghi di solitudine ed i vagheggiamenti onirici
Per lei erano fatti.

Fredde suggestioni..

Mentre molti, i più, si affannano qua e là a fare regali e a prepararsi per le feste, io me ne sto in disparte a riflettere, assaporando, ancor di più, grazie al freddo, la caducità del creato..

INVERNO

Miriadi di barbari esseri
Gremivano le vie
Nei desolati giorni d'inverno.
Io me ne stavo a respirare
La mia disgrazia ventura
Cullando i miei notturni pensieri
Su tristi suoni di pianto
Che echeggiavano da non so qual dolce strumento
Toccato da delicate e pietose mani.